Alto gradimento per i medici di famiglia

Ufficio stampa • 12 luglio 2021

I risultati della ricerca condotta dalla FIMMG per i suoi 75 anni

La pandemia non ha scalfito la fiducia che gli italiani ripongono nei loro medici di famiglia, anche se l’ultimo anno e mezzo ha messo a dura prova questi professionisti. Oltre il 77% dei cittadini, infatti, in pratica quasi 4 persone su 5, vede nel medico di medicina generale un punto di riferimento su cui confidare. Più della metà, il 55,8%, lo considera addirittura “speciale”.

Loro, però, i medici di famiglia, hanno fatto una grande fatica in questi mesi: 6 su 10, il 53,4%, si sono detti insoddisfatti dell’organizzazione della Medicina Generale durante la pandemia, addirittura l’84% non si è sentito supportato dalle istituzioni sanitarie.


Sono questi i risultati più importanti dell’indagine I medici di famiglia: il ruolo, l’importanza di una scelta di fiducia e il rapporto con i cittadini… Cosa è cambiato con la pandemia? condotta da Euromedia Research per conto della FIMMG nazionale e presentata lo scorso primo luglio a Roma in occasione delle celebrazioni per i 75 anni del sindacato.

Lo studio ha coinvolto tra il 21 maggio e il 7 giugno 2021 un campione di 2mila cittadini, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne, e un campione di 1.063 MMG. Obiettivo: far emergere le percezioni, le opinioni e il vissuto degli italiani e dei medici di famiglia in merito al rapporto tra i due protagonisti e gli effetti dell’emergenza Covid-19.


Il 73,6% delle persone intervistate si è detto soddisfatto del rapporto con il proprio medico durante la pandemia e il 55,5% è riuscito ad avere con lui o lei un rapporto “concreto” e la possibilità di farsi visitare. La conoscenza cementa il rapporto di fiducia: per oltre 7 cittadini su 10 il medico di famiglia ha un ruolo importante; il 22,6% ha lo stesso medico da più di 20 anni.


Realtà più difficile, invece, per chi indossa il camice bianco: più della metà degli MMG ha lamentato carenze organizzative legate alla Medicina Generale nel proprio territorio, anche se, grazie all'aiuto di mail e chat, oltre il 62% è riuscito a restare in contatto con i propri pazienti. Molti, però, il 14, 5%, anche quelli che hanno detto di non aver potuto seguire gli assistiti come avrebbero voluto. Per un solo motivo: la mancanza di dispositivi di protezione individuale.


«I risultati di questa indagine – ha sottolineato il segretario nazionale Silvestro Scotti presentando la ricerca – confermano il ruolo centrale del medico di famiglia per un’assistenza di qualità, ma soprattutto evidenziano quanto sia forte la fiducia da parte dei cittadini nei confronti di queste figure. Le difficoltà espresse dai medici di medicina generale, però, non possono rimanere inascoltate. Ora bisogna avviare al più presto un confronto: vogliamo risposte immediate dalla politica, una sottoscrizione nel brevissimo dell’accordo 2016-2018 e un atto di indirizzo forte che dia mandato per il ridisegno di un Accordo Collettivo Nazionale che doti finalmente tutti gli studi medici di personale e di strumenti diagnostici, che finanzi adeguatamente l’attività clinica dei medici di famiglia e permetta loro finalmente, anche grazie alle nuove piattaforme informatiche e alle nuove forme associative, di attuare quanto previsto dal piano nazionale della cronicità e di esser protagonisti delle prossime campagne vaccinali».

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