No allo sciopero

Maurizio Scassola • 24 gennaio 2022

La FIMMG Veneto sceglie la strada del confronto serrato con la Regione

La FIMMG dice no allo sciopero e sceglie la strada del confronto serrato con la Regione Veneto, certa che sia il solo modo per non danneggiare la popolazione in un momento storico di grave sofferenza per tutti


La FIMMG ha firmato recentemente l’Accordo Collettivo Nazionale 2016 – 2018 che pone le basi per una vera riorganizzazione dell’Assistenza Primaria e lancia la sfida alla Regione Veneto per far sì che evolva e attualizzi il ruolo fondamentale del Medico di Medicina Generale nel garantire la presa in carico dei bisogni sociosanitari dei cittadini.

La FIMMG del Veneto prende atto delle decisioni dei sindacati SNAMI e SMI ma considera la minaccia di sciopero e lo stesso sciopero armi sbagliate che in questo momento emergenziale creerebbero gravi e ulteriori disagi in particolare alla popolazione.


Siamo perfettamente consapevoli delle criticità della Medicina Generale che abbiamo sempre denunciato. È assolutamente vero che la Medicina Generale è allo stremo e che la Regione Veneto, a fronte di una situazione epidemiologica che necessita di procedure di tracciamento snelle ed efficaci, ha dimostrato tutte le sue carenze organizzative; la crisi dei Servizi Igiene e Sanità Pubblica (SISP) si è ripercossa sui cittadini, disorientati e senza un sufficiente sostegno del servizio pubblico.

Le reiterate ordinanze del Presidente Zaia hanno investito i Medici di Medicina Generale, coinvolti e forzosamente sollecitati a svolgere funzioni e competenze che dovrebbero essere esclusive dei SISP.

In questo momento, caratterizzato da un enorme aumento del numero di soggetti contagiati e dei loro contatti, i Medici di Medicina Generale stanno profondendo uno sforzo non comune per far fronte a tutte le richieste che vengono dai loro pazienti e anche a quelle che vengono loro attribuite in modo inappropriato: non può essere il medico di famiglia il rimedio a tutte le inefficienze del servizio sanitario.


Nonostante la Regione non difenda la Medicina Generale, i medici di famiglia continuano a difendere il Servizio sanitario pubblico nel rapporto con i suoi cittadini!


Se i Medici di Medicina Generale non riescono a far fronte alle telefonate dei loro pazienti è perché la situazione epidemica ha messo in evidenza come tutta l’Assistenza Primaria, e con essa la Medicina Generale, sia stata sacrificata, privandola dei finanziamenti necessari per una riorganizzazione che potesse offrire alla popolazione livelli di assistenza e cura di livello europeo.

Il ruolo della Medicina Generale è stato ulteriormente compromesso dal carico burocratico e procedurale che ostacola pesantemente le cure alle persone; il contesto attuale ha ridotto di molto le potenzialità della Medicina Generale e rischia di esporre le persone più fragili a veder compromesse la loro qualità e quantità di vita.


Per queste ragioni chiediamo l’avvio immediato del dialogo tra la Regione Veneto e la Medicina Generale.


Dott. Maurizio Scassola, Segretario Regionale FIMMG VENETO



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