Occasioni di incontro e riflessione
Gruppo Balint 2024/2025: un ritorno al futuro tra parola e consapevolezza

«Mah, signor Piero, c’è questa lieve anemia… Dovremmo capire come mai con altri esami».
«Ah, io non faccio più esami e cambio pure medico».
Un flash. Un attimo. Le pistole pronte, come le chiama Marco, e pure la ricusazione. Però no. Eh no. (Ma come si permette questo qui? Sto facendo il suo bene, sto condividendo il mio pensiero, gli sto proponendo altre indagini e manco mi fa finire di parlare? Ma cosa pensa? Ma potrebbe essere mio padre e mi parla così?! No stavolta no, eh…).
«Ok, senta signor Piero. Mi dica, le ho fatto fare qualcosa che non voleva? Secondo lei è stato gentile parlarmi in questo modo? C’è qualcosa che non va?».
«No, no, sono stufo e basta e non voglio fare più nulla».
«Va bene, ascolti, mi lasci solo spiegare il mio ragionamento. Il mio pensiero. Poi io le lascio le impegnative di quello che vorrei fare io e lei esce da qui e fa come meglio crede, esami o non esami, cambio medico oppure no. Ma mi lasci solo spiegare».
«Va bene!».
Questo è quanto può capitare dopo un anno di gruppo Balint! Il Balint – dal nome del suo ideatore, un medico e psicanalista ungherese degli anni ‘50, Michael Balint – ti permette di ridurre la frequenza con cui spareresti la ricusazione, o almeno questo è quello che durante l’anno io ed altre colleghe ci siamo rese conto che può offrire.
Cosa sono i Gruppi Balint? Sono incontri strutturati confidenziali e regolari, destinati a un gruppo di professionisti della salute (originariamente medici di famiglia) e facilitati da uno o due conduttori appositamente formati. Obiettivo principale? Esplorare gli aspetti emotivi e relazionali del rapporto professionale con il paziente.
Quest’anno, con il patrocinio di FIMMG Venezia, è ripartito un gruppo Balint, nato dall’idea di due medici di Medicina Generale attualmente in pensione, il dottor Alessandro Di Giulio e il dottor Franco Fabbro, che tanti anni fa avevano partecipato a questi incontri e ne avevano ricavato un grande beneficio personale e professionale, e da una collega più giovane, la dottoressa Benedetta Disarò, membro del nuovo consiglio. Con il supporto del segretario provinciale e regionale, dottor Giuseppe Palmisano, il progetto ha preso velocemente forma, grazie all’identificazione immediata del conduttore, il dottor Marco Ballico, medico e psicoterapeuta di Mestre.
Il gruppo, costituito da sette colleghe, tutte dottoresse di Medicina Generale, si è incontrato con cadenza mensile da ottobre a maggio. Ad ogni incontro una delle partecipanti, a turno e in forma volontaria ha esposto il suo caso: una situazione che le ha causato difficoltà durante lo svolgimento della sua attività professionale. In un secondo momento, le altre partecipanti hanno offerto i loro consigli e la loro analisi, opportunamente indirizzate e sostenute dal conduttore. A fine incontro, la guida tirava le somme, offrendo spesso una sintesi da portarsi il giorno dopo in ambulatorio.
Ma serve davvero oggi un gruppo Balint ai medici di famiglia? «Beh, partiamo dal presupposto – sottolinea il dottor Marco Ballico – che l’uomo ha la necessità di stare in gruppo. Siamo esseri relazionali e la relazione è l’ossigeno della nostra vita. In una società sempre più individualista anche il medico ha bisogno di riscoprire il valore della relazione». Una relazione, quella con il paziente, che da tempo ormai subisce numerosi colpi: dal dottore, che un tempo aveva sempre ragione, oggi si va già con la diagnosi in tasca, fatta dal dottor Google.
«Non bisogna poi dimenticare – prosegue il conduttore – che il rapporto medico-paziente contiene il primo farmaco, cioè il medico stesso, e che i medici sono esseri umani e vivono nello stesso mondo dei pazienti a volte non distinguendosi. Infine vi è un problema di identità e fare o essere medico fa la differenza. La consapevolezza che la relazione “consuma” è la prima condizione per dosarsi ed essere più efficaci. Quindi: giù la maschera e poniamoci con autenticità e un pizzico di coraggio senza arroccamenti sul ruolo».
«Ho aderito a questo gruppo Balint – racconta una delle partecipanti – perché ero a conoscenza da colleghi più anziani della bellissima esperienza che poteva essere. Quindi, incuriosita e spinta dalla necessità di vedere un cambiamento nel mio modo di lavorare, ho accettato la sfida. Mi aspettavo di uscire con degli strumenti per affrontare le difficoltà quotidiane, che mettono a dura prova la nostra pazienza, e in effetti è stato così. Oggi mi ritrovo a cambiare punto di vista rispetto a prima, a fermarmi a riflettere. Questo è stato l’inizio di un percorso e non una conclusione».
A riprova dell’efficacia di questi incontri, il pensiero del dottor Franco Fabbro. «Se posso aggiungere una cosa – spiega alle nuove partecipanti – dico che di anno in anno crescerete in consapevolezza e capacità di lavorare con minore sofferenza. Grazie proprio al Balint».
Nonostante l’intervallo tra la prima iniziativa e l’edizione 2024-2025, nonostante tutti i cambiamenti – spesso molto pesanti – avvenuti nel lavoro quotidiano dei medici di famiglia nel corso degli ultimi anni, le partecipanti si sono rese conto che i loro bisogni e le loro difficoltà non si erano in realtà granché modificati... Se non in un aspetto fondamentale: una relazione di cura sempre più faticosa da gestire, spesso deteriorata, un’alleanza che tende a saltare. E che, invece, va recuperata e rilanciata perché è il pilastro dell’essere medico sul territorio.
Una relazione di cura, dunque, che esige innanzitutto una ritrovata consapevolezza di sé da parte del medico di famiglia, di chi sia, di cosa faccia e di come lo faccia. E, come sottolineato dal dottor Ballico durante gli incontri, è importante sapersi dosare: bisogna imparare a farlo e in quest’ottica, per i camici bianchi, i gruppi Balint possono diventare davvero un’arma in più.
Dottoressa Benedetta Disarò, Probiviro FIMMG Venezia
Dottor Marco Ballico, medico e psicoterapeuta